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Recensione "La rivoluzione" di Roberto Fiorentini, edito Graphofeel

"La proprietà è la sorgente più importante di tutti i mali che pesano sulla società...Il sole brilla su tutti, e la terra non è di nessuno. Orsù, dunque amici miei, turbate, sconvolgete, buttate all'aria, questa società che non è per voi. Prendete, dove che sia, tutto ciò che vi abbisogna. Il superfluo appartiene di diritto a chi non possiede nulla. Sgozzate senza pietà i tiranni, i patrizi, il milione dorato, tutti gli esseri immorali che dovessero opporsi alla nostra felicita comune! La Repubblica degli Eguali, il grande asilo aperto a tutti gli esseri umani. Sono giunti i giorni della restituzione generale. Famiglie gementi, venite a sedervi alla tavola comune eretta dalla natura per tutti i suoi figli".

E' uno dei miei problemi, da sempre, non riuscire a leggere libri e romanzi storici. E' più forte di me, il fatto che siano ambientati in un passato lontano, di cui non so/non capisco le dinamiche, le situazioni politiche, sociali, mi blocca. E quando un libro mi blocca non riesco a portarlo e termine, nemmeno se me lo impongo. 

Mi è capitato, ultimamente, di leggerne alcuni però. Forse anche complice il fatto di avere come buon proposito delle mie letture, presenti e future, quello di uscire un po' dalla mia comfort zone. Ho pensato che fosse l'ora di smettere di andare sulle letture sicure, sui generi, sugli autori, sulla trame di cui ero completamente sicura che mi sarebbero piaciuti. 

Quindi dopo aver letto, l'anno scorso, "Le chajim. Alla vita." (di cui vi ho parlato in un post che trovate cliccando QUI) e dopo averlo amato, grazie al suo essere vero, concreto, e reale (e come dicevo nel post in questione, forse troppo vero, purtroppo, per ciò che narra) ho deciso di leggere il volume secondo "La rivoluzione" qualche settimana fa. 


TITOLO: La rivoluzione. Le chajim. Alla vita. Volume secondo.
AUTORE: Roberto Fiorentini
CASA EDITRICE: Graphofeel
PUBBLICAZIONE: 2019
PAGINE: 415
PREZZO DI COPERTINA: €18,00
LINK PER ACQUISTARLO: clicca QUI

SINOSSI: Avraham Mocada, ebreo e giacobino, viene inviato dalla Francia in missione segreta a Roma. Il suo compito è quello di scatenare una rivolta che faccia lasciare la città a papa Pio VI così da poter instaurare la Repubblica Romana sotto il controllo del Direttorio. La strada di Avraham, però, non sarà liscia e priva di ostacoli e si troverà in situazioni strane con ufficiali francesi, ebrei del ghetto e donne affascinanti. Personaggi storici e altri inventati agiscono sullo sfondo di una Roma del '700 in cui è già tragicamente emersa la questione ebraica e tutto si sta avviando ad un cambiamento epocale. 

Siamo, all'apertura del racconto, nell'estate del 1797. E' un periodo particolare e difficile per tutta l'Europa. La Francia ha appena vissuto le vicende rivoluzionistiche, e l'Italia, al momento è sotto Napoleone. Il protagonista, Avraham, capisce sin da subito il malcontento delle classi subordinate romane che, forse ispirandosi al modello francese, cercano rivolte e ribellioni. Non hanno, però, qui, la fortuna o la potenza per poter avere risultati simili a quelli che i sanculotti sono riusciti ad ottenere in Francia (che, comunque, abusarono del potere, sbagliando, ma questa è un'altra storia). Questo accade perchè in contrasto con i rivoluzionari, a Roma, ci sono i cattolici, responsabili anche delle persecuzioni ebraiche tipiche del periodo, che avevamo già incontrato nel primo libro. 

Entriamo così, assieme ad Avraham, in una Roma che non ci appartiene, con situazioni politiche e sociali così lontane da noi e dalla nostra vita, ma che, attraverso la straordinaria capacità linguistica, descrittiva, esplicativa dell'autore, Roberto Fiorentini, ci vengono restituite in un modo perfettamente realistico che mette il lettore, pagina dopo pagina, nella posizione di potersi immaginare perfettamente tutto ciò che legge. 

Camminiamo così per tutti i luoghi famosi di Roma, avendone un'immagine netta e chiara di come dovevano essere ai tempi, di chi li popolava, di cosa succedeva, di quali dinamiche avvenivano in questi luoghi. 

Ed è presente, poi, la sfera "sentimentale", l'empatia che il nostro protagonista prova con gli ebrei rinchiusi nel ghetto, in misere condizioni, abbandonati a sé stessi, emarginati dalla società. 

Attraverso gli occhi e i passi di Avraham abbiamo quindi un quadro completo della storia difficile e turbolenta di quegli anni. Dei fatti dolorosi che colpivano le persone meno fortunate. 

Tutto però e legato al lato romanzesco del libro, alla storia e ai compiti di Avraham, che è stata tagliata e cucita perfettamente per fare da cornice, avvolgere e restituire in un modo più dolce e coinvolgente il macigno di eventi e fatti storici realmente accaduti che questo libro si porta dietro. 

Mi trovo quindi a sostenere e confermare che le capacità dell'autore e il modo in cui viene presentato un argomento, un libro, influisce veramente tanto nell'approccio con il lettore e che, in questo caso, Roberto Fiorentini è stato maestro di bravura. 


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