1 Agosto. Tempo di vacanze.
Quest’anno non sono andata nel posto in cui ho lasciato il
cuore, per cui ho cercato una piccola (ma molto bella) consolazione.
Mi sono avventurata in una lettura che avevo in programma da
parecchio tempo, “Occhio per occhio” di Massimo Galluppi, un gentile omaggio
della Marsilio editore che ringrazio.
Il libro, pubblicato a Ottobre 2016, è un meraviglioso
giallo ambientato a Napoli nel settembre 2013.
No, il posto in cui ho lasciato il cuore non è Napoli.
Perché no? Perché c’è ben altro da scoprire su questo libro.
Diamo un’occhiata alla trama!
“Napoli, settembre 2013. Tra gli arbusti
e i cespugli mal curati che dal lato del mare fi ancheggiano viale Dohrn – a
pochi passi dal Circolo del Tennis in cui ha presentato il suo ultimo libro –
viene ritrovato il corpo senza vita di Giorgio Cobau, giornalista triestino
della Stampa, corrispondente di guerra e specialista dei Balcani. All’altezza
del cuore due colpi di proiettile sparati a bruciapelo. Chi l’ha ucciso? E
soprattutto, perché? L’inchiesta condotta da Raul Marcobi, capo della squadra
omicidi di Napoli, si rivela fin dall’inizio difficile e insidiosa. Le indagini
si muovono in più direzioni: dai possibili rapporti tra la mafia slava e quella
partenopea, a una tangente pagata per la concessione di un appalto, fino a
storie di vecchie e nuove rivalità tra serbi e croati. Il team investigativo
batte tutte le piste possibili, scavando in un passato di odio, vendette e
oscuri segreti le cui radici affondano nella storia di una Jugoslavia votata
alla dissoluzione. Gli sviluppi dell’inchiesta conducono Marcobi dalle strade
di Napoli a quelle di Madrid, Belgrado, Roma e Parigi, dove incontrerà uomini e
donne che si riveleranno fondamentali per la scoperta della verità: un ex
calciatore dalla vita turbolenta, un clochard algerino con la passione per Rimbaud,
un prete di periferia di larghe vedute, una giovane serba segnata dalla tragica
storia della sua famiglia e del suo paese... Solo al termine di un’indagine
estenuante, Marcobi e la sua squadra riusciranno a svelare il mistero alla base
dell’omicidio di Giorgio Cobau. La soluzione del caso, però, non sarà priva di
ripercussioni.”
Il
posto in cui ho lasciato il cuore sono i Balcani, e con questo libro ho un po’
viaggiato con la fantasia.
Devo
ammettere che il genere giallo non è tra i miei preferiti, ma appena letta la
trama di questo libro ho deciso che doveva essere mio, che doveva essere una
mia lettura. Non l’ho letto subito, ci ho provato, ma non ci sono riuscita. Avete presente quando state aspettando il momento giusto per un libro? Ecco era arrivato. Era arrivato il suo momento, il momento che l’ha reso un libro veramente importante, veramente parte di me nel periodo in cui mi ha accompagnato.
Scrittura
attiva, che non annoia mai. I continui sbalzi geografici -Napoli, Madrid,
Belgrado, Roma, Parigi- rendono la lettura piacevole, instancabile. Ogni pagina
letta fa venire voglia di andare avanti, di scoprire, di sapere cosa viene
dopo, cosa tiene in serbo la storia, cosa c’è di nascosto dietro ogni cosa.
Come ho
detto il libro è ambientato nel settembre 2013. La narrazione però avviene su
due diversi piani -e qui riconosco all’autore il merito più grande- : accanto
alle attuali indagini per l’assassinio, è presente una storia datata
esattamente 20 anni prima, 1993. Si parla così della tremenda guerra avvenuta
nei Balcani, nella ex Jugoslavia, ora divisa in Slovenia, Bosnia-Erzegovina,
Croazia, Serbia, … La tremenda guerra che ha fatto milioni di vittime, che ha
ucciso milioni di giovani, che ha messo contro vicini di casa, fidanzati,
amici. La tremenda guerra che in libri di storia e telegiornali viene sempre
lasciata da parte, come che la gente non debba sapere di un tale orrore
accaduto. Ecco il grande merito dell’autore: dare spazio, far conoscere una realtà che tutti dovrebbero conoscere, tutti dovrebbero sapere, per non ripetere, per non dimenticare.