martedì 26 febbraio 2019

Recensione "Siamo tutte figlie di Eva (finchè..) di Bellasia Isa

Quando ho visto per la prima volta un post dedicato a questo libro ho pensato “Ecco, mi ci rispecchio!” e così è stato anche dopo la lettura. 
E penso che chiunque, per una cosa o per un’altra, potrebbe dire la stessa cosa. 

Siamo tutte figlie di Eva (finchè...)
di Bellasia Isa.
Pubblicaco con YouCanPrint
132 pagine con copertina flessibile

Acquistabile a questo link a 11.00€



Vittoria, la protagonista, è una donna che apparentemente si può definire felice, con una vita perfetta. Ha una carriera realizzata, un lavoro che si è sudata e che le piace. Ha un marito che ama e che la ama. Ha amiche con cui ha condiviso gran parte della sua vita e con cui ha un rapporto con basi solide. Eppure ci sono fantasmi nella sua vita da cui non riesce a staccarsi. Perché fanno parte di lei, e il distacco fisico dalle persone che hanno causato tali “problemi” non è bastato. Vittoria dovrà, quindi, trovare una strada alternativa per mandarli via. Una strada fatta di altre certezze e di sé stessa.
Al termine della lettura non sono stata capace di formulare così a freddo un commento, a dire cosa avesse suscitato in me e cosa ne pensassi (e questo non perché il libro non sia chiaro o non lo sia il suo messaggio. Ma perché, a volte, quando leggi qualcosa che ti tocca -per cose vissute o perché riconosci che sono cose che possono capitare a chiunque- e lo fa in un modo così bello e dolce come in questo libro hai bisogno di far sedimentare, di rifletterci su). Mi sono, quindi, venute in mente tante domande. Alcune a cui pensando, col passare dei giorni, ho trovato una risposta. 
Altre che ho formulato all’autrice. Altre ancora che, probabilmente, non possono avere risposta. Di una cosa però ero sicura, il mio pensiero sul libro era positivo. 
Il libro è narrato in prima persona con un linguaggio semplice ed efficacie. 
Nelle scene c’è un’alternanza tra parti ricchissime di dettagli e parti in cui le circostanze vengono in parte tralasciate e poco approfondite. Sarà che io sono una persona sempre dietro a fantasticare, che mi immagino le vite delle persone che vedo per strada o sui mezzi pubblici, ma leggendo certe pagine ho sentito la mancanza di conoscere più dettagli riguardo i personaggi (amiche e colleghe) che vengono presentati nel libro, così belli, simpatici, interessanti in quel poco che viene descritto.
Al contempo, però, ho adorato il modo in cui è rappresentata, ma soprattutto analizzata la figura di Vittoria, che grazie al discorso in prima persona riusciamo a conoscere a 360 gradi, in tutte le sue sfaccettature. In lei è presente una “duplice” natura, le due vie che sono presenti nella sua storia, rappresentata anche dalle due facce del racconto: una faccia evidenzia la schiavitù di pensiero a cui Vittoria è sottoposta; questa schiavitù è rappresentata da una figura che ricorre nella sua mente, che la estranea dal suo presente, creando in lei conflitto e impotenza. L'altra faccia è la Via che Vittoria cerca ed imbocca per riuscire a liberarsi da questa sua oppressione. Proprio in questo effetto ho la forza del racconto.  
Vittoria è un personaggio fragile ma al tempo stesso molto forte. È un bell’esempio di volontà, di voglia di farcela, di combattere, di riuscire ad evadere, a buttare giù il “muro” che la circonda. E proprio qui si ricollega un altro punto cardine del libro, forse a mia idea il migliore: il parallelismo Vittoria-Berlino, città con un passato ed una storia difficili, con le due parti di sé chiuse dietro a un muro e che però col tempo e con la voglia di lottare è riuscita ad abbattere ricongiungendo tutto, e facendo convivere tutti i suoi aspetti creando una meravigliosa sintonia, e città dove appunto Vittoria troverà proprio il punto di partenza della sua rinascita.

Un inno alla forza delle donne. 
Al loro valore. 
 Al loro non dover mai arrendersi. 
Al loro rialzarsi sempre, in ogni circostanza. 

Per cui, l’unica cosa che vi posso dire alla fine è LEGGETELO! 
Leggetelo, donne, per aiutarvi a scoprire voi stesse, la vostra forza, per non avere paura di ammettere come state, se avete bisogno di staccarvi da qualcosa o qualcuno. 
Leggetelo, uomini, per imparare a conoscere le donne, per riuscire a capire tante cose.  

giovedì 21 febbraio 2019

Segnalazione SC e la maledizione del terzo occhio - Kimerik

Buonasera a tutti! 
Scusate l'assenza, l'università si fa sentire, ma faccio di tutto per pubblicare comunque qualcosa, e soprattutto per leggere sempre!

Oggi voglio segnalarvi un libro,
devo ammetterlo, le mie intenzioni iniziali erano quelle di leggerlo e recensirlo.
Con la consapevolezza che sarebbe stata una grande sfida, dovuta al fatto che a me, come genere, il fantasy non piace!

Ci ho provato, e ho perso la sfida. 
O meglio, ho avuto una conferma dei miei gusti. 

Mi sembrava però dovuto dargli una possibilità in quanto, avendone letto una parte e essendo consapevole che la qualità di un libro va al di là dei propri gusti riconosco qualità al libro.

Buona padronanza del linguaggio, semplice ma non banale. 
Testo che scorre velocemente, molta chiarezza.
Buona capacità di descrizione.

Oltre le qualità tecniche di cui mi sono resa conto non vado, perché penso proprio che, se voi siete amanti dei libri fantasy, saprete amare anche questo. 
Perchè ha tutte le qualità per far sì che ciò accada!

Quindi, passiamo al libro!

SC e la maledizione del terzo occhio di Emanuela Molaschi e pubblicato da Kimerik Nel 2018.
Potete avere tutte le informazioni o acquistarlo cliccando QUI.



Copertina flessibile, 444 pagine per €15,40. 

"Lei potrà vivere come non magica senza sapere che in un altro luogo vivrà come maga. Avrà la vita che voleva e l’avrà dopo un grave episodio doloroso della sua precedente esistenza da normale. Dopo quel momento, le parti divise saranno una, i ricordi della vita non magica si cancelleranno e resterà strega, così la sua famiglia, che da sempre è la prescelta, crederà di aver avuto per figlia una maga. Questa è la profezia su colei che presto conoscerete, una ragazza dai capelli schiariti da grande e scuri da piccola, che scordando molto della sua vita passata imparerà tanto altro sul mondo magico. Fino a un’età ha vissuto due vite, di cui una segreta anche a lei stessa, ma dopo un evento di grande dolore a noi non noto, ella diverrà soltanto la custode."  

lunedì 4 febbraio 2019

Recensione "La memoria della cenere" di Chiara Marchelli, NN Editore


Solitamente prima di scrivere la recensione aspetto, rifletto, sedimento.

Oggi però voglio scrivere di getto, non appena ho finito il libro, l’ultima riga.

Perché sono in treno, un treno che mi porta lontano da casa, da dove sono nata e cresciuta. Da dove ho la mia famiglia, i miei amici, i posti in cui passavo i miei sabato pomeriggio.

Oggi scrivo con un nodo allo stomaco, con le lacrime agli occhi.

Oggi mi sento un po’ Elena.

La decisione di andare lontano da casa, per inseguire un sogno, il mio sogno.
Dolorosa all’inizio, dura, destabilizzante.
Ma poi diventata normalità, quasi una liberazione.
Capacità di adattarsi, di mettersi in gioco, di conoscersi meglio.

Procediamo con ordine però.

"La memoria della cenere" di Chiara Marchelli, edito NNEditore e pubblicato Giovedì 24 Gennaio 2019, prezzo di copertina 18.00 euro. 
(Potete scoprire tutto, ma soprattutto acquistarlo cliccando QUI.)



Una storia profonda, Elena, ragazza italiana e Patrick, ragazzo francese. Entrambi emigrati a New York. Una vita serena, due persone realizzate. Poi all’improvviso la malattia che rompe ogni equilibrio, ogni certezza. Una scelta condivisa di partire, di andare in un luogo che non appartiene ad Elena, così come non le appartiene più la persona che è diventata. Sembrano ristabilirsi le cose, lì, in quel piccolo paese, nella casa appartenuta alla famiglia di Patrick. Ma poi bastano sette giorni, una visita dei genitori di lei e un vulcano, il Puy de Lug, a far tremare, oltre che la terra, anche le certezze di Elena. Tanti dubbi, tanti pensieri. Malessere fisico, il suo, ma anche psicologico. Dovuto a Patrick e al suo passato. Dovuto ai genitori e al rapporto con loro. Dovuto alla voglia, forse necessità, di sentirsi ancora figlia.

Un linguaggio profondo, semplice ma articolato.
L’enorme capacità di descrivere ogni singolo dettaglio, ogni singola persona, situazione, sensazione, ogni stato d’animo in un modo estremamente approfondito, toccante.
Coinvolgente soprattutto, che ti fa vivere la storia assieme a loro, assieme ad Elena, che racconta tutto in prima persona.

La malattia, la lontananza, la confusione, la necessità di evadere ma al tempo stesso di tornare a casa, la voglia di un contatto, la mancanza di coraggio nel cercarlo.

Un mix di sentimenti a volte contrastanti tra loro, come è normale che siano nella vita reale.

Personaggi riflessivi, profondi, di cui vengono analizzati tutti i lati caratteriali, tutti i pensieri.

Una storia toccante, che ti entra dentro, che ti tira verso di sé e per questo, caratteristica più importante, vera e sincera.

Lettura da fare tutta d’un fiato, ma al tempo stesso da dividere in piccole dosi perché talmente bella che ogni pagina meriterebbe di soffermarcisi sopra per parecchio tempo a pensare, ad immedesimarcisi.

Libro consigliato a chi vorrebbe scappare, a chi vorrebbe tornare.
A chi è scappato, a chi è tornato.
A chi non ha avuto il coraggio di scappare, a chi non ha il coraggio di tornare.

Fatelo. Fate tutto quello che vi sentite. Senza avere paura.