venerdì 28 giugno 2019

L'estate e i libri

Per anni, circa tutti quelli delle superiori, per me l'estate era simbolo di libertà. 
Anche se stavo a casa, anche senza andare in vacanza o uscire tutti i giorni. 
Era simbolo di non dover mettere la sveglia, non dover andare a scuola, non essere obbligata a passare 5 ore lì dentro ogni giorno, non essere obbligata ad avere programmi, ma specialmente non essere obbligata a dover giornalmente fare compiti, studiare o leggere cose che mi erano imposte.
Era il momento di scegliermi un bel libro e leggerlo perchè io volevo leggerlo, nei tempi in cui volevo, nei momenti in cui volevo.
Era il momento di uscire, andare in libreria, starci ore a guardare mille libri, poi sceglierne due che mi avrebbero accompagnata in quella settimana, avrebbero riempito il mio tempo. 
Era il momento dei "un altro capitolo!" fino alle 4 di mattina, perchè tanto poi potevo dormire.
Era il momento delle vacanze all'estero, del libro finito e della non-possibilità di andarne a comprare un altro perchè non sapevo la lingua del posto e dei "mannaggia, dovevo portarmene uno in più!". 



Poi tutto questo è cambiato, con l'università, con gli esami della sessione estiva, con i tempi più auto-regolabili, con gli orari più flessibili. 
Si è persa la magia di questo periodo. 
Leggo più regolarmente tutto l'anno, non ho il picco delle letture estive. 
E questa magia un po' mi manca. 
A volte vorrei tornare indietro nel tempo.
A volte vorrei che tutto si mettesse in pausa il 7 giugno.
Per respirare ancora un po' di quella tanto aspettata libertà. 




Poi però penso al libro sempre presente sul mio comodino.
Alle pagine lette prima di andare a dormire che, anche se poche, non mancano mai.
Alla montagna di libri da leggere accumulata in camera mia senza il bisogno di andarne a comprare uno ogni volta che lo finisco.
E forse va bene così, forse sono felice.

Forse è giusto. 
Perchè il tempo passa.
Le cose cambiano.
E anche io, che da sempre odio le cose quando diventano diverse, le abitudini che cambiano, le tradizioni che vengono interrotte, dovrei accettarlo.
Imparare a vivere la lettura costante come condizione di miglioramento.




E aspettare comunque la fine della sessione estiva perchè, va bene cambiare, ma io al momento di lettura come unica cosa assoluta da fare non ci rinuncio, anche se solo per pochi giorni.  

lunedì 24 giugno 2019

Recensione "La fabbrica del fango" di Silvio Giono-Calvetto

Buongiorno a tutti e buon lunedì! 

Torno, dopo una breve assenza, anche sul blog!
E' un periodo un po' così.
Tanti impegni, tanto studio, poco tempo, letture che vanno a rilento.
Come devo aver già detto nei primi mesi del 2019 ho accumulato libri e libri da leggere (acquisti-autori-case editrici), superando i limiti del fattibile.
Mi sono ritrovata così con un elenco di letture da recuperare e recensioni da fare, e con un ritardo allucinante.



Per cui, oggi, parlarvi di questo libro che faceva parte di quell'elenco da troppo tempo mi rende felice per due motivi:
1. L'elenco sta scorrendo pian piano
2. E' stata una lettura assolutamente piacevole

Di che libro sto parlando?

"La fabbrica del fango" di Silvio Giono-Calvetto, edito da L'Erudita a Ottobre 2018. 



"Nell'incantevole cornice di una piccola città della Valle d'Aosta, un gruppo di sedicenti giornalisti riceve l'incaricato di avvicinare delle persone che, per un motivo o per l'altro, hanno interesse a far parlare bene di loro o, almeno, a evitare la circolazione di informazioni che ne screditerebbero la reputazione. Le vittime del ricatto vengono poste davanti a una scelta: pagare per difendere il proprio nome o vederlo pubblicato su diverse testate e nei modi più strani. La fabbrica del fango, un sistema apparentemente perfetto che all'improvviso viene messo in crisi da un evento inaspettato e dall'indagine, successivamente aperta dalla polizia locale, sulla quale avrà un'influenza determinante il dottor Francesco Manzilli, nuovo medico della cittadina ed ex collaboratore della polizia scientifica di Roma. Il secondo romanzo di Silvio Giono Calvetto è una spirale di vicende losche che con un linguaggio preciso e, spesso, preso in prestito dal mondo della medicina crea un'atmosfera misteriosa, sino al finale amaro."

Il libro, 189 pagine in copertina flessibile, scorre veloce, leggero, pagina dopo pagina. Fino a un po' di anni fa consideravo questa espressione (le pagine scorrono veloci) come che volesse dire avere pochi contenuti. Poi, crescendo, e aumentando il mio bagaglio intellettuale e culturale ho capito che significa esattamente l'opposto. Anzi, di più. Significa avere contenuti, ma significa soprattutto una straordinaria capacità espressiva dell'autore. 
Sono assenti infatti interminabili giri di parole. La punteggiatura è usata in modo impeccabile, dando sempre il giusto significato alla frase, senza troppi rimandi che fanno perdere il filo. Equilibrata contrapposizione parti narrate/parti dialogate, queste ultime ottimo supporto al lettore per entrare nella storia e sentirsi parte di essa. 
Trama mai scontata, mai banale. I dettagli non vengono tralasciati e al tempo stesso non c'è un surplus di informazioni che potrebbero portare confusione. Storia avvincente, coinvolgente. Capace di scaturire la domanda, che per me è forse più di tutte sintomo di un buon libro, "Cosa succede dopo? Devo leggere ancora, devo andare avanti!".

Una lettura adatta a tutti, anche a chi non è amante del genere, in quanto non risulta mai pesante o troppo specifica.

Descrivibile in : aperta, equilibrata, avvincente e scorrevole.

Un incastro perfetto capace di accompagnare ogni tipo di lettore in ogni momento e, quindi, perfetto da mettere in valigia in vista delle vacanze! 

Potete acquistarlo in versione cartacea al prezzo di €18.00 su Amazon, cliccando a QUESTO link.

"Questa storia non può
finire con un pareggio.
O noi o loro."