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Recensione "Maregrigio" di Vincenzo Restivo - Milena

 Buonasera a tutti!

Dopo, direi, un mese dal termine della mia lettura e dopo mille tentativi di scrivere qualcosa a riguardo ho deciso di buttarmi e di raccontarvi un po' questo libro.


Maregrigio è un romanzo di Vincenzo Restivo, giovane docente di lingue e letterature straniere, mediatore linguistico e culturale, interprete e traduttore, originario di Caserta. Pubblicato a Giugno 2020 per Milena Libri (clicca QUI per aprire il sito web), il libro è un breve romanzo di 165 pagine, con un prezzo di copertina di €13.00. 

È Giugno e nel paese in cui è ambientata la narrazione, Dragona, tutti aspettano la festa della Madonna sull'acqua, in cui la statua della Vergine viene posta su una barca e fatta navigare, per alcuni metri, sul mare. Ad assistere a questa festa ci dovrebbero essere anche i protagonisti, tutti diversi tra loro ma tutti intenti ad affrontare problemi che cambieranno le loro vite. Ci dovrebbe essere Ezio, consapevole da poco di essere omosessuale e innamorato di un ragazzo che si rivelerà omofobo. Ci dovrebbe essere Teresa, che si ribella ad ogni lato della sua vita ed è costretta a subire continui abusi. Ci dovrebbe essere Marisa, una donna che riesce a trovare gli unici momenti di gioia assieme ad un coetaneo dei suoi figli. E poi ci dovrebbero essere Stefano e Diego, due ragazzini alle prese con la voglia di evadere dal mondo di tutti i giorni attraverso i loro giochi, che riserveranno brutte sorprese. Ci dovrebbero essere tutti loro, ma purtroppo la realtà che li circonda, la realtà in cui vivono, non è quella allegra, pulita e festosa della festa, unica cosa a cui tutti sembrano pensare. Purtroppo la loro realtà è ben diversa, è, appunto, un Maregrigio. Cosa succederà nei giorni che precedono il 15 Giugno?

La storia, già così come ci viene presentata, ci mostra realtà dure e crudeli e la lettura del libro, entrando nei particolari e nelle descrizioni più approfondite, non fa altro che accentuare la cosa. 

L'autore decide di rappresentare la realtà così come se la immagina, così come, nella storia, è. Senza filtri, senza schermi posti in mezzo. 

Così, entrare nelle sensazioni e nei sentimenti provati dai protagonisti, è alla portata di ogni lettore. 

Ho provato disgusto assieme a Teresa, mi sono sentita amareggiata assieme ad Ezio, ho provato eccitazione e terrore con Stefano e Diego e, infine, ho provato smarrimento con Marisa. 

Storie diverse, persone diverse. Con in comune la stessa cosa: una realtà sbagliata.

Una realtà che, purtroppo, esiste davvero. Una realtà che pensiamo possa essere lontana da noi ma, alla fine, cosa ne sappiamo noi degli altri? Cosa sappiamo cosa possa riservarci il futuro? Cosa ci potrà capitare? Chi potremo incontrare? 

E' una storia che mi ha toccato particolarmente, perché sono solita entrare in empatia anche con i protagonisti di un libro e qui, tra queste pagine, le sensazioni e i sentimenti con cui venire a contatto sono infiniti. E questo perché i temi toccati, con molta consapevolezza e attenzione (lavoro immenso dell'autore, il non dare mai per scontato, il trovare sempre il giusto equilibrio senza ingigantire spropositatamente o sminuire, il parlare sempre chiaro di ciò che sta succedendo, anche se brutto, anche se crudele, anche se pesante), sono temi ricchi di spunti di riflessione, di domande. 

Perché uno non può essere libero di essere sè stesso?

Perchè bisogna temere gli altri?

Perché c'è sempre il rischio che qualcuno ci faccia del male?

Punti interrogativi che possono toccare tutte le storie che attraverso queste pagine tocchiamo, punti comuni a tutte queste storie fatte di fragilità, di ingiustizia, di ricerca di evasione, di strade alternative. 

Un breve romanzo a cui, probabilmente, dovrebbero seguire 500 pagine di considerazioni e di riflessioni. Uno di quei romanzi che lasciano il segno, ti graffiano e lasciano in te piccole lucine che, poi, si aprono e aprono un mondo. Un mondo su cui riflettere, su cui pensare, su cui lavorare. Anche nel nostro piccolo. Per far sì che certe cose non succedano più. 

E' ovvio dire super consigliato, alla fine di tutto ciò, giusto?


P.S. Durante la lettura ho trovato, occasionalmente, piccoli errori (ma veramente piccoli, errori di battitura o simili). Per correttezza, avendo letto il libro, lo dico. Ma per correttezza specifico anche che mi sono confrontata a proposito di ciò con l'autore che mi ha riferito che il testo è stato poi corretto e che la seconda ristampa, già effettuata, è stata stampata senza tali refusi.

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