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Un viaggio a Berlino.

 Berlino, Berlino, Berlino,...

Non è solo una città, non lo posso dire. E per tanto tempo anche io l'ho pensato, credetemi.

Ne avevo sentito parlare da molte persone che c'erano state con frasi del tipo "Non è una città da visitare. Cioè vai a Roma, è piena di monumenti. Berlino è una metropoli, non va bene da turisti...". 

Ma io, da brava capricorno testarda, alla fine se ho in testa una cosa la faccio indipendentemente da tutti, per cui quando mi sono trovata ad organizzare il mio primo vero viaggio, non ho esitato un secondo a chiedere alla mia migliore amica, che ha condiviso con me il mio sogno, di visitare Berlino. E così è stato. 

Dice lo scrittore Fabrizio Caramagna, a proposito: Ai visitatori Berlino mostra tutta la sua energia. Come se ogni cosa fragile, cedevole, fosse stata spazzata via dal vento tanti anni fa. Berlino è composta soltanto da quanto è in grado di resistere a una forza sconquassante. Berlino è ciò che resta dopo gli uragani.

Quando ci sono stata io questa frase non la conoscevo, ma ora, quando la leggo, non posso fare altro che sentirla proprio tanto vera. Se dovessi descrivere Berlino a parole mie la chiamerei "punto di energia". Berlino è caotica e frenetica, ovunque ti volti c'è un mare di gente che si muove, si sposta, corre, parla, è di fretta. Ma al tempo stesso è piena di musica, arte, cultura, sorrisi, positività.

Berlino è energia positiva.

E così, trovandomi a leggere un libro ambientato nella mia città del cuore, anche se più di un secolo fa, non ho potuto non ripercorrere quella settimana, non vedendo l'ora di tornarci. E, visto che ora non si può viaggiare ho deciso di tornarci, tramite i ricordi, e di portare anche voi insieme a me!

Siete pronti a scoprire con me luoghi da vedere e libri da leggere? Tenterò di farvi compagnia tutta la settimana!

Lunedì: primo giorno di viaggio e prima tappa. Per percorrerla, ho scelto la compagnia di alcuni personaggi speciali, David, Georg e Jegor. Anche perché, questa idea viene da loro, La famiglia Karnowski. Una saga familiare, scritta da I. J. Singer, edita da Adelphi. Ambientato tra la fine dell'800 e l'avvento del nazismo, attraverso tre generazioni ebree
- appunto, David, George e Jegor - e tre paesi. David, il primo, decide di lasciare la Polonia per Berlino (per rendere concreta l'idea che bisogna distinguere l'essere ebreo e l'essere uomo), città in cui vivrà fino alla sua anzianità, in cui assieme a Lea (sempre sofferente di aver lasciato la Polonia) si costruirà una famiglia, in cui il figlio maggiore, George, diventerà una personalità di spicco, in cui si creerà la sua famiglia. Il terzo protagonista, Jegor, è il figlio di George, e purtroppo non vivrà la vita del padre, soffrendo moltissimo la situazione. Un romanzo coinvolgente, da non lasciare finché non è finito. Personaggi diversi tra loro, ma ognuno unico e con lati ricchi di spunti per riflessioni. Una saga familiare che va al di là di ciò, perché consiste in una finestra sul ricambio generazionale, sulla storia che muta nel tempo, sulla crudeltà, sulla differenza di cultura tra i vari territori. Un classico, per troppo tempo dimenticato (nella storia e nella mia libreria!) ma assolutamente da recuperare. Un luogo da vedere? Il Monumento alla memoria delle vittime dell'Olocausto a Berlino. Situato nel quartiere di Mitte, luogo simbolico perché un tempo era la terra di nessuno, tra i due lati di Berlino - Est e Ovest - divisi dal muro. Il monumento consiste in quasi 3000 blocchi di cemento, simili a tombe di un cimitero, tra cui camminare come in un labirinto, tra cui riflettere. Scendendo le scale, poi, è possibile visitare il Centro Informazione, in cui trovare testimonianze e documenti diretti della Shoah. Un monumento simbolo della città, meta di moltissimi turisti, luogo in cui ricordare la strage che è stata fatta in Europa contro gli ebrei - e non solo. 

Martedì: secondo giorno del nostro viaggio, tema cultura: chi mi ha detto che a Berlino non c'era nulla da vedere era sicuramente una persona che non considerava i musei. Perché credetemi, Berlino ne è piena! Basterebbe citare l'isola dei musei, un complesso enormemente meraviglioso, accanto al fiume, in cui sono situati ben 5 musei. Distrutti durante la guerra, saranno poi ricostruiti per diventare, oggi, uno dei punti più visitati di Berlino. Il più visitato è il Pergamonmuseum, museo di arte classica, asiatica e islamica. Particolarità di questo museo è la presenza di porte, come quella del Mercato di Mileto, originali, di altezze vicine ai 20 m. Il visitatore è in una sala museale, ma guardando le architetture che ha attorno potrebbe benissimo essere all'aperto, altrove. Una sensazione magnifica. Il Bode Museum, sulla punta dell'isola e quindi circondato dall'acqua, presenta una collezione unica di sculture, comprendenti Donatello, Canova e Bernini (orgoglio nazionale!!!). Il Neues Museum, poi, contiene principalmente reperti di arte egizia, comprendenti numerosi papiri. Il pezzo forte di esso è il busto di Nefertiti, contenuto in una sala speciale. Incantevole è dire poco, rispecchia la perfezione e la bellezza. 
L'Alte National Galerie è uno spettacolo già dall'esterno. Si presenta come un tempio, con ampie scalinate all'esterno per salire fino all'ingresso, che lasciano il visitatore meravigliato. Inutile dire che, da lì sopra, la vista sui dintorni è bellissima! 
Una delle più ricche raccolte di opere d'arte che può vantare i nomi di grandi come Monet, Caspar David Friedrich, Renoir. 
Infine, non per bellezza, troviamo l'Altes Museum, una raccolta di opere d'arte di ogni genere dell'antichità classica. Anche qui, come nei precedenti la struttura che ospita le opere è un'opera d'arte di per sé, con un'immensa cupola a due piani da visitare con il naso all'insù. Si tratta di una visita bella ricca, piena, veramente, di opere d'arte da ammirare. Bisognerebbe passare l'intera settimana solo lì perché si tratta di opere d'arte usate come contenitori di altre opere d'arte. 
Purtroppo, a Ottobre del 2020, i musei sono stati vandalizzati, circa 70 opere tra sarcofagi, quadri e sculture sono state imbrattate con una sostanza oleosa che ha macchiato indelebilmente le opere. Il motivo è sconosciuto, ma, come è stato detto dalle autorità berlinesi, la cultura merita maggiore protezione.



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