Questo è il classico libro di cui io amo dire, dopo averlo finito "L'ho chiuso, l'ho messo sotto al cuscino, e mi sono addormentata. Senza il coraggio di allontanarlo troppo. Ho voluto tenerlo vicino a me."
Già, perché se ultimamente a causa di impegni vari e poco tempo a disposizione faccio fatica a farmi prendere così tanto da un libro, questo è stata una piacevolissima sorpresa, un rapimento.
La trama sembra semplice:
"Fabbrico è un piccolo paese sulla mappa dell’Emilia, poche anime, due strade, i campi intorno, il cielo d’ovatta. È qui che nasce l’amicizia tra Davide e Valerio, ed è qui che una sera d’estate Davide incontra Anela e se ne innamora. Anela diventa il perno e lo scoglio su cui si infrange la loro amicizia. Così Valerio a un certo punto sceglie di andarsene, Davide si perde e perde quell’unica, preziosa occasione di felicità. A Fabbrico vivono anche gli altri personaggi di questa storia: Elena e Mario, Maddalena, Luigi, Giuseppe e la vecchia Bice, che al bar accoglie tutti per un caffè o una sambuca."
ma semplice questo libro non lo è per niente.
È coinvolgente. Ti entra dentro. Fino alle ossa.
Ti entra nel naso con l'odore del caffè.
Ti entra in gola con il sapore dolce della sambuca.
Ti entra nel cuore con l'amore e l'amicizia che racconta.
Ti entra negli occhi con le lacrime.
Ti entra nelle labbra coi sorrisi.
Ti sembra di vivere lì, assieme a loro in quel piccolo paese.
Ti sembra di vivere quel racconto -o meglio quella serie di racconti, con sbalzi temporali, flashback, pieni di dettagli- in prima persona.
Sono sensazioni non facili da riuscire a far provare. Ci sono milioni di bei libri, che però non lasciano un timbro così grande nell'anima, nell'emotività del lettore.
Per cui, questo esordio, è un doppio capolavoro.
Edito da NN editore, esordio di Roberto Camurri, 176 pagine da leggere tutte d'un fiato.
Non ve ne pentirete!
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