Buongiorno lettori, come state?
Ricomincia anche l'appuntamento del lunedì con le recensioni, e oggi vi voglio parlare di un libro che è già stato presente in vari post sul mio profilo Instagram, "Il diner del deserto" di James Anderson ed edito NN Editore (che ringrazio!) a settembre 2018.
Devo ammettere una cosa: ne ho terminato la lettura da un po' e avrei potuto parlarvene prima. Ma ho dovuto lasciarlo sedimentare un po' dentro, prima di riuscire a esternarlo.
Partiamo, innanzitutto, dai dati tecnici.
Ben Jones è un camionista sull’orlo della bancarotta che effettua consegne lungo la statale 117 del deserto dello Utah, una terra ospitale solo per chi ha scelto di isolarsi dal mondo. Un giorno Ben incontra Claire, che si nasconde dal marito in una casa abbandonata e suona le corde di un violoncello invisibile. L’amore per Claire porta Ben a stringere amicizia con Ginny, un’adolescente incinta in rotta con la madre, e a fare i conti con il burbero affetto di Walt, il proprietario di un diner nel deserto chiuso da anni in seguito a un terribile fatto di sangue. Tra rivelazioni inaspettate, scomparse improvvise e il furto di un prezioso strumento musicale, tutti incontrano il proprio destino, cieco come le alluvioni che allagano i canyon rocciosi.
Con dolce e disincantata ironia, James Anderson ci consegna un avvincente noir on-the-road, in cui il male e il desiderio di vendetta svaniscono di fronte alla lealtà che unisce i personaggi: impalpabile come l’ombra di un miraggio, intensa come la luce che abita il deserto.
Con dolce e disincantata ironia, James Anderson ci consegna un avvincente noir on-the-road, in cui il male e il desiderio di vendetta svaniscono di fronte alla lealtà che unisce i personaggi: impalpabile come l’ombra di un miraggio, intensa come la luce che abita il deserto.
320 pagine per 18€, in libreria e in versione digitale dal 13 Settembre 2018.
Acquistabile sulla pagina del sito della casa editrice (potete cliccare QUI dove trovate anche tutte le altre informazioni, la songbook e la rassegna stampa).
Come sa bene chi mi segue su Instagram (per chi ancora non lo facesse sono @mondo_di_libri, potete seguirmi cliccando QUI), nel momento in cui mi è arrivato stavo portando a termine un'altra lettura e avevo deciso di iniziare questo nuovo libro una volta terminata l'altra.
Non ho saputo però resistere e, quindi, ho portato avanti in parallelo per un po' le due.
Sin dalle prime pagine, quando la storia mi sembrava un po' lenta e monotona, ho capito che aveva qualcosa che mi catturava, anche se non capivo cosa. La sensazione è andata avanti pagina dopo pagina. E pagina dopo pagina mi sembrava di entrare nella storia, di essere uno dei personaggi.
Riuscivo ad immaginare le scene, a vedere i volti, a sentire le voci, a percorrere assieme a Ben ogni giorno quella strada, la 117, e tutte le avventure e le persone ad essa collegate.
Ho capito che quella che a me inizialmente sembrava lentezza e monotonia in realtà, per la mia percezione, era semplicemente un naturale scorrere del tempo, un vivere la vita giorno per giorno, elemento probabilmente chiave del mio essere riuscita ad entrare al 100% nella storia.
Devo dire grazie per questo "viaggio" anche al linguaggio chiaro, all'uso di personaggi semplici, ai racconti e dialoghi dettagliati che non hanno mai dato nulla per scontato e non hanno mai lasciato nulla in sospeso o non chiaro, a situazioni che (pur potendo sembrare a noi lontane dalla nostra realtà quotidiana) potrebbero capitare ad ognuno di noi, alla semplicità della storia, che non presenta continuamente colpi di scena o svolte, ma che poi termina in un modo sorprendente che è un pugno dritto allo stomaco, con scene dolci e amare al tempo stesso e che racchiudono tanto.
Non mi dilungo ancora, altrimenti rischio di svelarvi tutta la storia, o ancora peggio il finale. E vorrei proprio evitare ciò dato che spero davvero con tutto il cuore che almeno un po' voglia di leggerlo vi sia venuta.
Intanto vi auguro una buona settimana, la prima lavorativa dell'anno.
Ci sentiamo presto!
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