lunedì 28 settembre 2020

Recensione "L'estate che sciolse ogni cosa" di T. McDaniel - Atlantide

 Finalmente ne parlo o, almeno, ci provo.

Ho letto davvero tantissime cose belle nei mesi che hanno preceduto la mia lettura e l'ho desiderato tanto, così, quando in Luglio è stata pubblicata la nuova edizione, ho iniziato a leggerla.

Ho iniziato, appunto. E poi?

Eh, e poi... e poi mi sono bloccata, l'ho ripreso, mi sono bloccata di nuovo e l'ho ripreso ancora una volta.

Perché? Non lo so....

Ma adesso, che ho finito da un pochino la lettura e che ho lasciato al libro il tempo di sedimentare un po' (ma per un libro come questo non è mai abbastanza il tempo) posso dire che se avessi forzato i tempi, leggendolo velocemente, non lo avrei apprezzato così bene. 


Siamo a Breathed, una cittadini dell'Ohio ed è l'estate del 1984, un anno caldissimo.
Autopsy Bliss, avvocato del paese e, per la sua formazione, convinto di saper capire cosa è bene e cosa è male decide di pubblicare un invito sul giornale locale, un invito per il diavolo.
Così, il figlio minore di Autopsy, Fielding., girando per la città incontra un ragazzino di colore, circa della sua età, con vestiti vecchi e sporchi che si proclama, appunto, il diavolo in persona.
Fielding porta a casa propria il ragazzino e il padre, sconvolto, pensa non possa essere vero.
Insieme allo sceriffo così inizia una fitta rete di ricerche, pensando che Sal, il nuovo arrivato, sia semplicemente un ragazzino scomparso da casa.
Niente e nessuno riesce a far cambiare versione a Sal, anche quando a causa di tragici avvenimenti accaduti in sua presenza, la città inizia ad incolparlo, ad affermare che la colpa di incidenti, morti e altri eventi problematici sia opera sua, perché di colore e perché Satana.
Sal, però, entrerà a far parte della loro famiglia, diventerà un figlio per Stella ed Autopsy e un fratello per Fielding e Grand, il figlio maggiore della famiglia Bliss.
Finché il dolore non si prenderà possesso anche di loro.....
Cosa accade?

Già da qui, dalla trama, è possibile capire che i temi che tocca sono duri e dolorosi. 
Il racconto di quei mesi, di quell'estate, ci viene fatto attraverso una sorta di flashback. I capitoli narranti le avventure di Sal infatti si alternano con capitoli in cui Fielding, ormai solo ed anziano, racconta la sua vita presente e pensa a quell'estate, a ciò che è successo e a come ha cambiato tutta la sua esistenza. 
Si tratta di un'estate strana, particolare. Per tutto il paese. 
Il caldo torrido non li lasciava respirare, e in città l'aria non era tranquilla. 
Erano successi incidenti che avevano distrutto l'equilibrio di Breathed e dei suoi abitanti, che incolpavano Sal. Il movimento accusatorio era capitanato da Elohim, un vicino di casa di Fielding che lo aveva sempre trattato come un figlio e che aveva alle spalle molto dolore. 
Tutti pensavano che ciò che era accaduto dovesse essere ricondotto a Sal che, invece, dimostra come l'idea che loro avessero del Diavolo non fosse quella reale.
Il Diavolo era lì, era lui, quel bambino arrivato con una salopette logora e sporca e una ciotola con un cucchiaio, che non si sapeva da dove arrivassero. Un bambino, come tutti gli altri. 
Un bambino che è tutt'altro rispetto a ciò che loro si aspettavano da Satana. 
Un bambino che, però, non riesce ad essere accettato.
Perché?
Perché tutto, in questo racconto ma purtroppo anche nel mondo reale, è fondato sulla paura di chi non è come sé stessi. 
E quindi un paese intero lo addita, lo accusa, lo maltratta, lo incolpa.
In un paese intero, fatta eccezione per la famiglia di Fielding ed una ragazza, Dresden, nessuno si impegna a conoscerlo, a capirlo, ad accettarlo. 
E Sal cosa fa? 
Lui risponde con amore, con bellezza, con dolcezza, con un cuore immenso. 
Il cuore di chi conosce cosa sia la sofferenza, di chi la accetta, perché pensa che sia giusto così, ma di chi tutto vuole a parte vederla negli altri, quella sofferenza. 
Sal è puro, è limpido, è buono, ha un animo cristallino. 
Sal combatte ogni giorno, per lui e per gli altri. 
Per il concetto di diverso.
Non è l'unico ad essere visto così nella storia. Ognuno ha la sua fragilità, ognuno ha la sua paura, ognuno ha la sua diversità. E Sal, in un qualche modo, proverà a salvare ognuno di loro, ma non sempre ci riuscirà. 

La storia è potente e così tremendamente concreta ed attuale. Le parole della McDaniel entrano dritte al petto come lame, entrano nello stomaco contorcendolo, facendoti male. 
Ma è un male che non puoi evitare, se non vuoi chiudere gli occhi sul mondo. 
Tutto riporta in un modo così assurdamente reale a fatti di cronaca che costituiscono la nostra quotidianità. Tutto riporta a un mondo grigio, cupo. 
Alla paura, paura di cose innocue, di cose che porterebbero solo luce. 

Ha bisogno di tempo, questo libro.
Ha bisogno di attenzioni, di riflessioni, di pause.
E ha bisogno di lacrime, soprattutto. 
Affrontare certi capitoli ed in particolare la fine senza che si formi un nodo in gola, senza che il dolore e la rabbia che la storia suscita ti colpiscano penso sia impossibile. 

Non mi piace fare questo paragone ma penso che se davvero esiste una lista di libri da dover leggere nella vita, questo ne deve fare parte perché tutti dovrebbero leggere a cosa può portare la paura ma soprattutto l'ignoranza. 



martedì 22 settembre 2020

Recensione raccolta di racconti "Live your bilief" Booktribù

 Buongiorno a tutti!

Torno oggi a farvi compagnia con una bella novità per due motivi:

1- era così importante ed urgente da incasinarmi i piani e i post programmati per il blog

2- ho amato questo genere, io che non sono mai riuscita a leggerlo!


Vi parlo oggi di "Live your belief! Storie della Tribù", una raccolta di 20 racconti edita da Booktribù in cui sono presenti 8 racconti di "nuovi" autori, vincitori di un concorso (di cui vi lascio il link QUI), e 12 racconti di "vecchi autori". 

Ho avuto il piacere e l'onore di poter leggere la raccolta in anteprima, e finalmente, il 19 settembre, è uscita per tutti.

Potete acquistarla su Amazon, vi lascio sempre il link QUI, se volete dare un'occhiata.


Vi ho detto, all'inizio, che è stata una piacevolissima scoperta perché è un genere che io non leggo praticamente mai, perché non mi ci trovo a mio agio e non mi soddisfa. 

Solitamente, essendo brevi, i racconti eliminano tanto per centrare il nocciolo del discorso. E difatti, raccontare una storia in 4/5/6 pagine non dev'essere proprio facile senza eliminare tutti i dettagli e le contestualizzazioni (gli elementi che io amo).

In questi racconti, che viaggiano dal reale, al fantastico, da temi che suscitano sorrisi a temi pesanti e dolorosi, non ho avvertito, però, la mancanza di nulla. 

Ovviamente ne ho apprezzati alcuni più di altri, ma questi sono gusti.

Da appassionata di arte mi sono innamorata perdutamente di "Isabella sulla tela" di Andrea Sabatini che, narrando di un agricoltore dipinto in un quadro che decide, per raggiungere la donna di cui si era invaghito con un solo sguardo, di uscire dal suo quadro e vagare per gli altri presenti nella galleria del museo. In ogni elemento descritto, in ogni personaggio incontrato ho riconosciuto un quadro, ed è stato un viaggio (seppur non realistico) che mi ha fatta sognare e mi ha portata con la mente in un mondo fatto di arte -il mio sogno!!-.

Ho trovato, poi, anche molto interessanti temi dolorosi e profondi, come il tema dell'HIV, affrontato nel racconto "Positiva" di Silvia Lodini. E' un racconto potente, intenso. Un racconto di rinascita, di consapevolezza, di amore per sé stessi. 

Ho amato (ridendo e commuovendomi) poi "Aspettando l'alta marea" di Linda Lercari in cui la scena, in spiaggia, viene raccontata dal cane del protagonista. La scena viene vista dai suoi occhi, gli stati d'animo interpretati dal suo intelletto. 

Si tratta, insomma, di una raccolta di racconti a cui non manca niente, in cui i temi spaziano in tutto il mondo dell'immaginabile e del non immaginabile. 

In cui la fantasia, la mente ed il cuore viaggiano attraversando 20 diversi mondi, uno per racconto (oppure, forse, anche di più). 

Una raccolta di racconti che mi ha aperto un mondo, mi ha dimostrato che tutti i testi dello stesso genere non sono uguali, e che bisogna sempre dare una seconda (e una terza) possibilità a tutto.

Un testo che, inoltre, mi ha dimostrato, ancora una volta, che esiste un mondo di autori che meritano tanto al di là dei soliti famosi e che si trovano in libreria sempre.

Ringrazio Booktribù per avermi dato l'opportunità di poterlo leggerlo e potermi innamorare in anteprima e consiglio, davvero caldamente, a tutti voi di leggerlo!

martedì 15 settembre 2020

Recensione "Maregrigio" di Vincenzo Restivo - Milena

 Buonasera a tutti!

Dopo, direi, un mese dal termine della mia lettura e dopo mille tentativi di scrivere qualcosa a riguardo ho deciso di buttarmi e di raccontarvi un po' questo libro.


Maregrigio è un romanzo di Vincenzo Restivo, giovane docente di lingue e letterature straniere, mediatore linguistico e culturale, interprete e traduttore, originario di Caserta. Pubblicato a Giugno 2020 per Milena Libri (clicca QUI per aprire il sito web), il libro è un breve romanzo di 165 pagine, con un prezzo di copertina di €13.00. 

È Giugno e nel paese in cui è ambientata la narrazione, Dragona, tutti aspettano la festa della Madonna sull'acqua, in cui la statua della Vergine viene posta su una barca e fatta navigare, per alcuni metri, sul mare. Ad assistere a questa festa ci dovrebbero essere anche i protagonisti, tutti diversi tra loro ma tutti intenti ad affrontare problemi che cambieranno le loro vite. Ci dovrebbe essere Ezio, consapevole da poco di essere omosessuale e innamorato di un ragazzo che si rivelerà omofobo. Ci dovrebbe essere Teresa, che si ribella ad ogni lato della sua vita ed è costretta a subire continui abusi. Ci dovrebbe essere Marisa, una donna che riesce a trovare gli unici momenti di gioia assieme ad un coetaneo dei suoi figli. E poi ci dovrebbero essere Stefano e Diego, due ragazzini alle prese con la voglia di evadere dal mondo di tutti i giorni attraverso i loro giochi, che riserveranno brutte sorprese. Ci dovrebbero essere tutti loro, ma purtroppo la realtà che li circonda, la realtà in cui vivono, non è quella allegra, pulita e festosa della festa, unica cosa a cui tutti sembrano pensare. Purtroppo la loro realtà è ben diversa, è, appunto, un Maregrigio. Cosa succederà nei giorni che precedono il 15 Giugno?

La storia, già così come ci viene presentata, ci mostra realtà dure e crudeli e la lettura del libro, entrando nei particolari e nelle descrizioni più approfondite, non fa altro che accentuare la cosa. 

L'autore decide di rappresentare la realtà così come se la immagina, così come, nella storia, è. Senza filtri, senza schermi posti in mezzo. 

Così, entrare nelle sensazioni e nei sentimenti provati dai protagonisti, è alla portata di ogni lettore. 

Ho provato disgusto assieme a Teresa, mi sono sentita amareggiata assieme ad Ezio, ho provato eccitazione e terrore con Stefano e Diego e, infine, ho provato smarrimento con Marisa. 

Storie diverse, persone diverse. Con in comune la stessa cosa: una realtà sbagliata.

Una realtà che, purtroppo, esiste davvero. Una realtà che pensiamo possa essere lontana da noi ma, alla fine, cosa ne sappiamo noi degli altri? Cosa sappiamo cosa possa riservarci il futuro? Cosa ci potrà capitare? Chi potremo incontrare? 

E' una storia che mi ha toccato particolarmente, perché sono solita entrare in empatia anche con i protagonisti di un libro e qui, tra queste pagine, le sensazioni e i sentimenti con cui venire a contatto sono infiniti. E questo perché i temi toccati, con molta consapevolezza e attenzione (lavoro immenso dell'autore, il non dare mai per scontato, il trovare sempre il giusto equilibrio senza ingigantire spropositatamente o sminuire, il parlare sempre chiaro di ciò che sta succedendo, anche se brutto, anche se crudele, anche se pesante), sono temi ricchi di spunti di riflessione, di domande. 

Perché uno non può essere libero di essere sè stesso?

Perchè bisogna temere gli altri?

Perché c'è sempre il rischio che qualcuno ci faccia del male?

Punti interrogativi che possono toccare tutte le storie che attraverso queste pagine tocchiamo, punti comuni a tutte queste storie fatte di fragilità, di ingiustizia, di ricerca di evasione, di strade alternative. 

Un breve romanzo a cui, probabilmente, dovrebbero seguire 500 pagine di considerazioni e di riflessioni. Uno di quei romanzi che lasciano il segno, ti graffiano e lasciano in te piccole lucine che, poi, si aprono e aprono un mondo. Un mondo su cui riflettere, su cui pensare, su cui lavorare. Anche nel nostro piccolo. Per far sì che certe cose non succedano più. 

E' ovvio dire super consigliato, alla fine di tutto ciò, giusto?


P.S. Durante la lettura ho trovato, occasionalmente, piccoli errori (ma veramente piccoli, errori di battitura o simili). Per correttezza, avendo letto il libro, lo dico. Ma per correttezza specifico anche che mi sono confrontata a proposito di ciò con l'autore che mi ha riferito che il testo è stato poi corretto e che la seconda ristampa, già effettuata, è stata stampata senza tali refusi.

mercoledì 9 settembre 2020

Recensione "Il weekend" di Charlotte Wood - NNEditore

 Come si affrontano le letture durante un blocco del lettore?

Onestamente, non ne ho idea. Altrimenti, ultimamente, non ci inciamperei così facilmente.

Sono sicura di una cosa, però. Quando un libro ti ruba il cuore non ci si può fare niente. Ti immergi nelle pagine e, lentamente o velocemente non ha importanza, te ne innamori. 

Mi è successo questo con "Il weekend" di Charlotte Wood, pubblicato ad inizio agosto per NNEditore. 

Il libro, ambientato appunto nel brevissimo tempo di un weekend, racconta dell'amicizia tra Jude, Wendy ed Adele. Le tre donne, ormai anziane ed amiche sin dalla loro giovinezza si ritrovano il weekend di Natale nella casa delle vacanze di Sylvie, la quarta componente del gruppo di amiche, morta di recente. Il loro compito è quello di svuotarla, di prendere, se vogliono, qualche ricordo e di lasciarla andare, per sempre. Erano solite passare lì ogni anno una parte delle vacanze, tutte insieme, tutte unite. Nelle vicende del weekend, però, scopriamo che in realtà le tre donne non hanno apparentemente niente in comune, se non ciò che le legava a Sylvie. Jude, che ostenta così tanto la sua sobrietà e la sua stabilità ma che, in realtà, nasconde la sua vita privata. Wendy, così incasinata e disordinata, ma con seri e validi motivi alle spalle. Adele, così esuberante e sbarazzina, ma attraversata da profonde fragilità. Nella condivisione di questi giorni, e della festa del Natale, per la prima volta senza Sylvie verranno fuori, nei loro rapporti, tutte le crepe che le caratterizzano. Ma al tempo stesso, nella consapevolezza e nella realizzazione di ciò, ci viene mostrata la forza dell'amicizia e di come questo sentimento viene vissuto dalle tre settantenni. 

Il mio pensiero ve l'ho già anticipato nell'introduzione al post: la Wood, con questo libro, mi ha rubato il cuore. 

Tutto viene narrato in un modo tremendamente semplice, e probabilmente grazie a ciò, estremamente efficace. Le tre protagonisti, infatti, sono tre comunissime donne che potrebbero essere nostra nonna, nostra madre, nostra zia, la nostra vicina di casa. 

Tre signore, così diverse, ma unite dagli stessi elementi, seppure mai ammessi con le altre: 

  • Le bugie, elemento cardine del racconto che accomuna le tre amiche. Ognuna ha segreti, piccoli o grandi. Ognuna omette elementi della propria esistenza alle amiche per paura di essere giudicata.
  • Sylvie, l'amica defunta, il motivo per cui si ritrovano in quella casa insieme, a dover collaborare per svolgere quel compito assegnato loro.
  • Il dolore, la perdita. Per ognuna di loro Sylvie era un essere speciale, a suo modo. Con ognuna di loro aveva un rapporto diverso. Con ognuna di loro si adeguava alla natura dell'amica.
L'analisi delle donne è affrontata in un modo spettacolare, ognuna ci viene presentata da ogni lato e da ogni aspetto. Ognuna ci viene raccontata attraverso la sua mente, le sue idee e i suoi pensieri e al tempo stesso ci viene raccontata dagli occhi delle amiche, occhi che non conoscono tutta la realtà ma che, proprio perchè sono gli occhi dell'amicizia, sanno vedere oltre. Ognuna, però, al tempo stesso, non si rende conto di ciò. Non si rende conto totalmente della grande fortuna che rappresentano, nella sua vita, le altre due. Non si rende conto della bellezza del tempo trascorso assieme a chi ti conosce da una vita. 

Così, ognuna di loro, vivrà quel weekend un po' in solitaria, approcciandosi alle altre spesso solo per futili discussioni e lamentele ma, alla fine, riusciranno ad andare oltre a tutte le tensioni e si ritroveranno, loro tre insieme, a vivere la forza, la tenerezza, l'amore, la vita che, seppure in modo diverso, le caratterizza.

Una potenza unica, un'emozionalità incontrollabile, una dolcezza dipinta in ogni aspetto del racconto.

Mi piace, solitamente, pensare a chi potrebbe piacere un libro ogni volta che leggo. Ma quando si tratta di un NN c'è già chi lo fa per me, quindi vi lascio con le parole del libro:

"Questo libro è per chi in vacanza fruga nella valigia dei compagni di viaggio, per chi (non) ha paura di Virginia Woolf, per chi cerca una risposta negli occhi fiduciosi di un cane, e per chi è rimasto a riva tutta la vita e, davanti al bagliore dorato dell'acqua, trova il coraggio di abbandonarsi al richiamo dell'oceano."


giovedì 3 settembre 2020

Recensione "Il barone dell'alba" di S. Valente edito Graphofeel

 Come si fa a parlare di un libro quando le vicende narrate trattano uno degli argomenti storici che più ti appassionano?

Ho pensato più volte di essere nata nell'epoca sbagliata, e in tanti momenti ho pensato di aver voluto vivere nel '700 per poter girare l'Europa e avere il mio Grand Tour. E tra queste pagine ho pensato che, se in una vita passata ho avuto l'onore di poter vivere questa avventura, spero che, da un lato, sia stata meno caotica di quella narrata. 


Il libro in questione è "Il Barone dell'Alba", di Stefano Valente. 

Pubblicato a Settembre 2016 da Graphofeel, vi lascio qui il link per sapere qualcosa in più cliccando QUI.

Il libro, ambientato a fine '700, racconta del Gran Tour del barone borbonico Francesco Antonio. Il suo Grand Tour non sarà però il classico viaggio che ii giovani ricchi erano soliti compiere perchè sarà arricchito da altre avventure. Viaggiando per diversi paesi, con diversi compagni (e che compagni!!!) vivrà momenti di tutti i generi, che renderanno il suo viaggio unico ed indimenticabile. 


Un libro che rende la lettura divertente, pieno di colpi di scena. Ogni personaggio incontrato presenta particolari caratteristiche che lo rendono interessante e parte integrante della storia.

Ogni elemento si incastra alla perfezione con tutti gli altri, appena si conclude una cosa c'è n'è una nuova, pronta ad iniziare per non lasciare neanche una pagina al caso, alla noia o alla distrazione. 

Background importante, si tratta infatti del periodo delle rivoluzioni più grandi della storia, presentato in un modo non del tutto semplice ed intuitivo (si tratta pur sempre di storia e da tale va trattata) ma molto efficace ed interessante. 

La narrazione avviene in prima persona, il protagonista è anche il narratore, quasi come fosse un diario personale del viaggio, e questa caratteristica riduce le distanze con il lettore, che si sente parte integrante della narrazione, come che fosse assieme al barone mentre vive tutto ciò che racconta (caratteristica resa possibile anche grazie alla presenza di molteplici dialoghi, che rendono la scena dinamica e coinvolgente).

La presenza di parti in dialetti o lingue diverse rende l'idea del viaggio che ha compiuto attraverso le sue avventure.


Un libro bello, divertente ed istruttivo al tempo stesso. Si può paragonare ad una lezione di storia romanzata, che è forse il modo migliore per imparare le cose.

Leggendo un manuale di storia ci si annoierebbe e non si ricorderebbero sicuramente la metà delle cose lette mentre qui, vivendo la storia attraverso un'altra storia, è molto più facile digerire ed assimilare nozioni. 

Seppure nella sua particolarità, sento di consigliare "Il Barone dell'Alba" a chiunque abbia voglia di divertirsi in modo sano, genuino ed istruttivo.