giovedì 5 dicembre 2019

Recensione "Non mi piacciono i film di Anna Magnani" edito Graphofeel

Siamo negli anni '50. 
La Seconda Guerra Mondiale è appena finita.
L'Italia, ma così tutto il mondo, ha appena vissuto anni di dolore, di morte, di distruzione. 
Ci si sta risollevando, ci si sta provando.
Si sta sperando.
Con la fine della guerra è cambiato anche l'assetto politico.
Non c'è più la monarchia, in Italia. 
Infatti, con il referendum del 2 giugno nel 1946 è stata sancita la nascita della Repubblica.

Questo è la cornice del caso di cronaca che l'autore, Mario Pacelli, ci racconta in questo libro.
Cronaca dimenticata, probabilmente.
Cronaca che, chi non ha vissuto in quegli anni, non ha mai sentito nominare, come me.
Cronaca irrisolta.
Cronaca forse un po' offuscata e messa da parte a causa di tutte le problematiche e tutte le persone che ha coinvolto. 

E' l'11 Aprile del 1953 e sulla spiaggia di Torvaianica, a Roma, viene ritrovato il corpo senza vita di una giovane donna, Wilma Montesi. 

La ragazza, di appena ventun'anni, si diceva aspirasse al cinema.
Infatti, in quegli anni, a Roma stava fiorendo Cinecittà, uno dei centri principali del cinema di allora. 
Aveva fatto qualche comparsa in qualche film. 
Questo tema dà anche il titolo al libro, "Non mi piacciono i film di Anna Magnani", una frase che disse la ragazza il giorno della scomparsa alla sorella, con cui sarebbe dovuta andare al cinema a vedere proprio un film con protagonista la Magnani. 

Dopo un'autopsia, di cui però non si hanno risultati certi, il caso fu chiuso. 

Nelle indagini, però. rientrerà l'ambiente politico, facendo emergere lotte di potere, un lato oscuro del governo fatto di droga, relazioni scomode, feste illecite. 
Emersero così molti punti deboli, molti "buchi" presenti nel sistema.

Ma non si arrivò mai ad una conclusione netta e il caso, che in quegli anni occupò le maggiori pagine di cronaca, venne archiviato.

TITOLO: "Non mi piacciono i film di Anna Magnani"

AUTORE: Mauro Pacelli
CASA EDITRICE: Graphofeel

PUBBLICAZIONE: 2019
PAGINE: 168, copertina flessibile
PREZZO: €15,00 cartaceo, €7.00 digitale
VOTO: 4 / 5
CONSIGLIATO: Si, a chi è interessato alla storia del dopoguerra, alla politica, alla cronaca nera, a scoprire segreti, intrighi, bugie...



Mauro Pacelli, funzionario della camera dei deputati e sempre occupatosi di storia parlamentare, ci offre in queste pagine un'esposizione chiara di un fatto di cronaca nera, senza conclusioni, senza romanzare, senza risoluzioni, perchè non ce ne possono essere.

In un susseguirsi di persone, fatti, avvenimenti, descrizioni che a primo impatto può destabilizzare un lettore totalmente estraneo al caso (come me, che non ne avevo mai sentito parlare e non ho familiarità con la storia e i personaggi del tempo), traccia una linea logica e continua.

Usa un linguaggio chiaro ma non banale, comprensibile ma tecnico ed elevato, che mantiene attenta l'attenzione del lettore senza farlo cadere in una lettura automatica. 
Ottima capacità comunicativa, i fatti sono esposti in modo eccellente, non ci sono domande lasciate in sospeso nella spiegazione, punti ciechi in cui il lettore si possa perdere, fatti non esposti in modo chiaro e completo.
Dà, al lettore più estraneo, tutti i componenti per potersi fare un'idea del tempo, della situazione, dell'ambiente, delle ideologie diffuse. 
Non è difficile entrare nell'ottica del tempo, provare ad immedesimarsi nella mentalità diffusa, grazie alle ricche esposizioni e all'elevata chiarezza di esposizione. 

E' una lettura non semplice, che richiede concentrazione.
E' una lettura che, a mio parere, per essere portata a termine richiede interesse nell'ambito, nella società, nella storia del dopoguerra. 

Quindi mi sentirei di consigliarla a chi realmente interessato a scoprire intrighi, segreti. 
Ma sicura che, portarla nuovamente alla luce, in un'epoca in cui è stata totalmente dimenticata, sia stato un atto molto giusto e importante. 
Per cui ringrazio la casa editrice Graphofeel per avermi dato la possibilità di leggere questo libro, di aver arricchito il mio bagaglio di conoscenza, per avermi fornito un quadro generale di un'epoca a me lontana e con cui, forse, posso riuscire ad interpretare in modo più oggettivo altri aspetti di quegli anni. 

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