Vincent Van Gogh, l'artista della notte stellata, dei girasoli, degli iris, della camera da letto, dell'autoritratto.
Theo Van Gogh, il destinatario di quell'epistolario tanto famoso.
Johanna Van Gogh-Bonger, una donna sconosciuta alla maggioranza delle persone, ma che ebbe un ruolo fondamentale in tutta la vicenda che ruota attorno ai personaggi in questione.
E poi la Francia, Parigi, e gli artisti, Renoir, Tolouse Lautrec, e l'Olanda, villa Helma, e una donna, Willelmina Van Gogh, e un bambino, Vincent Van Gogh.
Una storia che ruota attorno a tutto ciò ed anche a molto altro.
Attorno ad un artista che al giorno d'oggi è conosciuto da chiunque, i cui quadri sono rappresentati su poster, stampe, maglie, calze, tazze, quaderni, borse, ...
Attorno ad una storia però che non è stata così idilliaca come si può pensare.
Raccontata ad intervalli tra un diario, quello di Johanna, o meglio la vedova Van Gogh, e un romanzo.
La vedova è di Theo, non di Vincent come viene spontaneo pensare.
E' infatti a lei che si deve la diffusione, la conoscenza, l'ammirazione per l'arte di Vincent dopo la sua morte.
Sparatosi un colpo al petto, il pittore morì dopo alcuni giorni di agonia. Il fratello Theo, cercò di contattare e organizzare una mostra ma, in lutto per la morte di Vincent, cadde in un malessere da cui non riuscì più ad uscire, fino alla morte accanto alla moglie Johanna che si dedicò a lui negli ultimi mesi di vita.
Rimasta sola con il piccolo Vincent, di neppure un anno, e trovatasi a vivere nuovamente coi genitori, ebbe il coraggio di rialzarsi, di ricominciare. E per fare ciò cercò una propria indipendenza, comprando una casa nel paese delle sue vacanze da bambina che trasformò in una locanda in cui gli ospiti potevano ammirare e comprare tele e disegni di Van Gogh. Fu questa l'eredità materiale che ricevette dai Van Gogh, assieme alle lettere scritte a Theo, tramite cui Johanna riuscì a comprendere i disegni e l'essere del cognato deceduto.
Continuò la missione di Theo di organizzare una grande mostra, di diffondere chi era e cosa sapeva fare Vincent.
E a giudicare dai risultati ottenuti, fu una missione riuscita.
Libro potente, diretto, che permette di entrare nella vicenda grazie alle pagine di diario di Johanna e ai passi delle lettere di Vincent, e al tempo stesso di osservarla da spettatori, grazie alla parte romanzata.
Scrittura limpida, scorrevole, pulita.
Storia emozionante, coinvolgente, profonda.
Pubblicato da Marcos Y Marcos a settembre 2016, 192 pagine per 16€.
Potete trovare di più sulla pagina della casa editrice o acquistarlo su Amazon.
Theo Van Gogh, il destinatario di quell'epistolario tanto famoso.
Johanna Van Gogh-Bonger, una donna sconosciuta alla maggioranza delle persone, ma che ebbe un ruolo fondamentale in tutta la vicenda che ruota attorno ai personaggi in questione.
E poi la Francia, Parigi, e gli artisti, Renoir, Tolouse Lautrec, e l'Olanda, villa Helma, e una donna, Willelmina Van Gogh, e un bambino, Vincent Van Gogh.
Una storia che ruota attorno a tutto ciò ed anche a molto altro.
Attorno ad un artista che al giorno d'oggi è conosciuto da chiunque, i cui quadri sono rappresentati su poster, stampe, maglie, calze, tazze, quaderni, borse, ...
Attorno ad una storia però che non è stata così idilliaca come si può pensare.
Raccontata ad intervalli tra un diario, quello di Johanna, o meglio la vedova Van Gogh, e un romanzo.
La vedova è di Theo, non di Vincent come viene spontaneo pensare.
E' infatti a lei che si deve la diffusione, la conoscenza, l'ammirazione per l'arte di Vincent dopo la sua morte.
Sparatosi un colpo al petto, il pittore morì dopo alcuni giorni di agonia. Il fratello Theo, cercò di contattare e organizzare una mostra ma, in lutto per la morte di Vincent, cadde in un malessere da cui non riuscì più ad uscire, fino alla morte accanto alla moglie Johanna che si dedicò a lui negli ultimi mesi di vita.
Rimasta sola con il piccolo Vincent, di neppure un anno, e trovatasi a vivere nuovamente coi genitori, ebbe il coraggio di rialzarsi, di ricominciare. E per fare ciò cercò una propria indipendenza, comprando una casa nel paese delle sue vacanze da bambina che trasformò in una locanda in cui gli ospiti potevano ammirare e comprare tele e disegni di Van Gogh. Fu questa l'eredità materiale che ricevette dai Van Gogh, assieme alle lettere scritte a Theo, tramite cui Johanna riuscì a comprendere i disegni e l'essere del cognato deceduto.
Continuò la missione di Theo di organizzare una grande mostra, di diffondere chi era e cosa sapeva fare Vincent.
E a giudicare dai risultati ottenuti, fu una missione riuscita.
Libro potente, diretto, che permette di entrare nella vicenda grazie alle pagine di diario di Johanna e ai passi delle lettere di Vincent, e al tempo stesso di osservarla da spettatori, grazie alla parte romanzata.
Scrittura limpida, scorrevole, pulita.
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